Periodo 1800 d.C.
I Frati agli inizi del 1800
Nel 1803 i sacerdoti erano 6:
P.Giuseppe Antonio Gionfriddo(*1809) (Definitore ed Ordinario del Collegio)
P.Benigno Gionfriddo (*1837)
P.Alfonso Misenti (*1813) (Vicario)
P.Agostino Zimmitti (*1837)
P.Cirillo Amato (*1832)
P.Angelo Gravano (*1825)
Il Camposanto
Alle spalle del Convento vi era allora il Camposanto.
Infatti con la legge dell’11 marzo 1817 fu prescritta la costruzione in tutti i comuni del regno.
Nel 1852 l’Intendente di Noto chiedeva ai Sindaci notizie sull’esercizio e melilli già lo era da oltre un decennio, quindi 1840 circa.
Già nel 1864 il cimitero di Melilli risultava incapiente ed il consiglio nel deliberare una spesa di £ 500 per riparazioni urgenti chiedeva al governo un sussidio di £ 5000 per trasferirlo altrove affidando all’Ing. Moscuzza Vincenzo l’incarico di approntare il piano d’arte del nuovo cimitero.
Il sussidio non venne accettato tanto che la Chiesa continuava ad essere utilizzata per il seppellimento dei cadaveri; infine nel 1878 il Prefetto pressò di realizzare il nuovo cimitero in conformità al piano d’arte dell’ing. Moscuzza ma si abbandonò l’idea di costruirlo nelle vicinanze.
Il Luogo scelto fu quello attuale e il vecchio cimitero alle spalle del convento restò chiuso e sconsacrato alla fine del 1920.
Il Nuovo fu inaugurato nel 1893.
Le reliquie di Santa Faustina nella Chiesa dei Cappuccini
Il 13 Gennaio 1840 furono portate solennemente a Melilli le Sacre Reliquie del Corpo di Santa Faustina” e custodite sotto l’Altare Maggiore e visibile attraverso una teca di vetro.
Il terremoto dell’ 11 Gennaio 1848
Anche in questa occasione, meno violento e distruttivo del 1693, la scossa sismica lasciò qualche lesione al Convento ma non si ha conoscenza di crolli parziali.
Grazie all’impegno del M.R.P.Giuseppe Maria da Melilli (1790 – 1866) e dei religiosi della comunità, dalle elemosine elargite dagli amministratori della Chiesa di San Sebastiano e dal popolo ne furono restaurate le fabbriche e aggiunte nuove catene alle vecchie.
La Statuetta da “Mmaculatedda e la sua storia
Circa nel 1850 il secondo evento che caratterizzò la vita dei frati al Convento.
In particolar modo per fra Luigi Saraceno da Melilli, (*1830 +1902) che fece acquistare una statua raffigurante l’Immacolata da porre in chiesa promuovendo a Lei la devozione.
La statua arrivò a Melilli in P.zza San Sebastiano in una cassa di legno sigillata davanti al popolo festante ma, contrariamente alle aspettative dei Frati e del popolo, all’atto di apertura della voluminosa cassa al posto di una Statua a dimensione d’uomo venne fuori una graziosa statuetta di 1 metro che i melillesi d’allora ad oggi, chiamarono affettuosamente “A Mmaculatedda”.
Dopo l’apertura, la Statuetta venne portata solennemente in Chiesa.
Il 17 gennaio 1875, compose anche un bel “Canto delle Figlie di Maria” dedicato all’Immacolata dei Cappuccini di Melilli.
L’unità d’Italia e gli anni infelici della Comunità Francescana
Con la legge del 7 luglio 1866 si diede luogo alla soppressione degli ordini religiosi e alla confisca dei beni ecclesiastici.
Nella provincia monastica di Siracusa, retta da P.Felice da Villarosa, furono chiusi 35 conventi e secolarizzati 400 religiosi, dei quali 245 sacerdoti, 125 laici e 30 terziari.
Il 16 ottobre 1866 arrivò l’ordine al Prefetto di Siracusa di consegnare le chiese, i conventi, le biblioteche al Demanio, Fondo Culto.
Già il 24 fu reso esecutivo il mandato.
In quell’anno nel Convento di Melilli si contavano 11 sacerdoti e 2 laici. Ricordiamo ancora tra i frati melillesi:
P.Giuseppe Antonio Gionfriddo da Melilli (*1809)
P.Agostino da Melilli (al secolo Angelo Zimmitti (*1840 +1920)
P.Luigi Saraceno da Melilli al sec. Giuseppe Antonio Saraceno (*1830 +1902)
P.Giuseppe Garana (+Luglio 1875)
P.Giovanni Misenti
P.Sebastiano Misenti
P.Sebastiano Saraceno
Tra i Frati Laici ricordiamo:
Fra Antonio e Francesco Carta.
Tutti ritornarono a vita privata nelle rispettive famiglie.
Il 16 Novembre il Consiglio Comunale, presieduto dal Dott.Filippo Crescimanno, deliberò di chiedere all’Amministrazione del Fondo Culto che i locali delle disciolte corporazioni religiose, con esclusione delle chiese annesse, fossero destinati a uffici pubblici, scuole e altri usi di beneficienza.
Per quanto riguarda l’orto del convento il Comune, che insieme alla casa, aveva regalato ai Cappuccini, si impegnava di versare al Demanio, che li aveva espropriati, un canone annuo di £30 e lasciandoci così i locali dell’ex chiesa.
Due anni dopo, nel 1868, il Comune riceve in consegna dal Fondo Culto il convento, che fu adibito ad un gabinetto di lettura, alle riunioni della Congregazione di Carità, all’osservazione dei cadaveri prima del seppellimento, ad un locale per monte di prestito, ad ospizio di mendicità e ammalati e sede di biblioteca, incaricando del servizio di infermiere l’ex frate sacerdote Sebastiano Saraceno e di bibliotecario (i libri sono quelli stessi del convento) l’ex frate Sac. Angelo Zimmitti (P.Giardina da Melilli) sostituiti nel 1877 dal Sig. Nicolò Rametta e dal Sac. Sebastiano Scatà, anno in cui si ricostituì la comunità religiosa dei Cappuccini.
Invece per la chiesa, la pressione popolare e soprattutto degli ex frati, era quella di riaprirla ma non ci riuscirono infatti il Consiglio Comunale, presieduto dal Sindaco Francesco Amato, il 19 maggio 1868 rigettò l’istanza di riapertura a carico del Comune.
Gli ex frati non si diedero per vinti e proposero di assumere, a proprio carico, le spese di culto.
Nel 1869 furono eseguiti lavori di restauro nella Chiesa che da un anno veniva utilizzata come cimitero, come risulta giudizialmente “per il solenne giudicato a carico dell’ex frate Sac. Sebastiano Misenti.
Nel primo semestre del 1873 il nuovo Sindaco Dott. Mario Milardo deliberò la riapertura al Culto della chiesa del Convento ed in osservanza alle leggi sanitarie ordinò la chiusura delle sepolture esistenti e nominò rettore il Sac.Giovanni Misenti.
Il 31 luglio 1875 il Consiglio, pressato dalla necessità di risolvere altri problemi, deliberò di restituire al Fondo Culto nuovamente il convento in cambio del monastero di S.Benedetto con l’annessa chiesa di San Paolo destinato alla costruzione della Casa Comunale.
Il Comune restituiva il Convento all’amministrazione del Fondo Culto nel marzo 1879.
La Rinascita della comunità francescana
A far risorgere la provincia francescana e a raccogliere in comunità i frati dispersi contribuirono tanto il Rev. Felice da Villarosa (Definitore Generale in Sicilia) ed il M.R. Eugenio Scamporlino da Sortino, che quando fu nominato Ministro Provinciale ebbe come Definitore P.Giuseppe Antonio Gionfriddo da Melilli (Dicembre 1871 – Ottobre 1875) e successivamente P.Luigi Saraceno da Melilli (Ottobre 1875 – Dicembre 1884)
Furono loro che lottarono per la difesa dei secolari diritti dei PP. Cappuccini e lavorarono alla ricostituzione della Comunità Francescana di Melilli.
Le sepolture in chiesa
La chiesa fino al 1893 fu utilizzata per il seppellimento dei cadaveri.
Ai piedi dell’altare Maggiore furono seppellite:
Sabastiana Aresco e
Sabastiana Saraceno sposata con Luigi Gionfriddo, madre dei Sacerdoti Gaetano e Carmelo, morta il 22 agosto 1888 all’età di 62 anni.
I Frati alla fine del 1800
Nel 1899 fino ai primi decenni del 1900 i frati che vivevano in convento risultavano 3 tra cui ormai anziano:
P.Luigi Saraceno da Melilli
Fra Francesco da Melilli (Emanuele Pitruzzello) *1858 +1930
e Fra Francesco da Mazzarino
Li possiamo notare nella foto seguente insieme al Dott. Filippo Crescimanno ai primi del 900
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